Procede l’iter della riforma degli strumenti di difesa commerciale dell’UE

In data 23 gennaio 2018, la Commissione commercio internazionale del Parlamento europeo (INTA) ha approvato l’accordo sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale dell’Unione europea.

L’accordo era stato raggiunto il 5 dicembre 2017 tra Commissione, Consiglio e Parlamento e, insieme alla nuova metodologia antidumping, consiste nella prima profonda revisione degli strumenti antidumping e antisovvenzioni dell’UE dal 1995.

Entrambe le riforme mirano a mantenere e migliorare l’efficacia degli strumenti di difesa commerciale dell’Unione alla luce dei cambiamenti nell’economia globale, ma coprono diversi aspetti. L’accordo sulla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale dell’Unione europea riguarda questioni relative al modo in cui vengono condotte le indagini di difesa commerciale, come la durata delle indagini, il calcolo del cosiddetto prezzo non pregiudizievole e il supporto alle piccole e medie imprese, mentre la nuova metodologia per calcolare il margine di dumping riguarda i casi in cui il Paese esportatore attua pratiche distorsive nella sua economia.

In particolare, tra le principali novità previste dalla modernizzazione degli strumenti di difesa commerciale vi sono:

  • una riduzione dell’attuale periodo di inchiesta di 9 mesi per l’istituzione delle misure provvisorie;
  • la possibilità di imporre dazi più elevati nei procedimenti riguardanti le importazioni di prodotti oggetto di dumping o di sovvenzioni sleali da Stati in cui i prezzi delle materie prime e dell’energia sono distorti;
  • un miglioramento del calcolo del pregiudizio, in modo che le nuove norme relative al calcolo del “prezzo non pregiudizievole”, ossia il prezzo addebitato in circostanze normali, riflettano meglio la realtà economica, tenendo in considerazione il costo degli investimenti necessari, ad esempio, nelle infrastrutture o nella ricerca e sviluppo, ma anche le spese future relative agli standard sociali e ambientali, come nell’ambito del sistema di scambio delle emissioni;
  • l’inclusione di considerazioni sociali e ambientali: ad esempio, l’Unione prenderà in considerazione i costi di conformità dell’industria europea con standard sociali e ambientali più elevati. Inoltre, l’Unione non accetterà impegni sui prezzi da Paesi terzi che registrano precedenti negativi in merito al rispetto delle convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro e di accordi ambientali multilaterali;
  • una maggiore trasparenza e prevediblità: alle imprese verrà dato un preavviso di tre settimane prima della riscossione dei dazi;
  • un sostegno alle piccole e medie imprese dell’Unione, che potranno contare sull’assistenza di un help-desk dedicato grazie al quale sarà più facile per loro chiedere l’apertura di procedimenti di difesa commerciale e prendervi parte.

Le nuove norme entreranno in vigore una volta finalizzate le rispettive procedure di approvazione all’interno del Parlamento europeo e del Consiglio, previste per la fine di maggio 2018.

 

Davide Scavuzzo

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