Il trasporto stradale e la riforma della tassazione

In data 17 febbraio 2022, il Parlamento ha dato il via libera definitivo all’accordo con i governi europei che, da un lato, aggiorna le norme della c.d. “Direttiva Eurobollo” sulle tariffe che gli Stati Membri possono imporre agli autoveicoli pesanti che viaggiano sulle strade della rete di trasporto transeuropea (Trans-European Networks-Transport, TEN-T) e, dall’altro, comprende un nuovo sistema in materia di emissioni di CO2 al fine di ridurre l’impronta di carbonio dei trasporti in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

Più particolarmente, al fine di valorizzare un sistema di tariffazione basato sulla distanza o sui chilometri effettivi, di modo da meglio riflettere il principio “chi inquina paga”, l’accordo prevede l’eliminazione graduale della tariffazione stradale basata sul tempo (c.d. “vignette) entro otto anni dall’entrata in vigore della direttiva e l’inizio dell’applicazione di pedaggi. Deroghe all’eliminazione graduale dei bolli di circolazione saranno consentite in circostanze debitamente giustificate, ad esempio in caso di bassa densità di popolazione o quando un bollo si applica a un tratto limitato di strada, previa notifica alla Commissione.

In secondo luogo, gli Stati Membri dovranno introdurre un sistema per differenziare gli oneri per l’infrastruttura e dei diritti di utenza per i veicoli pesantisulla base delle emissioni di CO2. Nello specifico, il sistema si applicherà inizialmente solo agli autocarri più grandi, per poi essere gradualmente esteso ai furgoni e ai minibus a partire dal 2026, ove tecnicamente fattibile.

Gli Stati Membri, infine, potranno istituire un sistema di tariffazione combinato per i veicoli pesanti che associ elementi basati sulla distanza e sulla durata integrando i due strumenti di differenziazione (il nuovo strumento basato sulle emissioni di CO2 e quello esistente basato sulle classi EURO).

Le nuove norme entreranno in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea; dopodiché, gli Stati Membri disporranno di due anni di tempo per recepire l’aggiornamento della direttiva.

Marco Stillo

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