I due prestiti statali concessi ad Alitalia violano le norme europee sugli aiuti di Stato

All’inizio del 2017, la compagnia aerea Alitalia aveva manifestato un urgente bisogno di liquidità. Al fine di garantire l’operatività della compagnia aerea, che a causa del deterioramento della sua situazione finanziaria non aveva più accesso ai mercati del credito, nel 2017 l’Italia aveva concesso due prestiti di importo, rispettivamente, di 600 milioni di euro e di 300 milioni di euro. 

Nell’ambito dell’indagine, avviata nel aprile 2018 in seguito ad una serie di denunce da parte di compagnie aeree concorrenti e alla notifica da parte dell’Italia dei prestiti statali come aiuti al salvataggio ai sensi degli Orientamenti della Commissione sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione, la Commissione ha valutato la conformità dei due prestiti alle norme europee in materia di aiuti di Stato

In particolare, la Commissione ha esaminato se l’Italia avesse agito non in qualità di pubblica autorità ma sulla base del principio dell’operatore in un’economia di mercato (market economy operator principle, MEOP), in virtù del quale gli interventi pubblici a favore delle imprese possono essere considerati esenti da aiuti di Stato se lo Stato agisce sulla base di termini che un investitore privato accetterebbe in normali condizioni di mercato. La Commissione ha rilevato che, nel concedere i due prestiti ad Alitalia, l’Italia non aveva valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, maggiorata degli interessi, non agendo in tal modo come avrebbe fatto un investitore privato. Poiché dalla situazione finanziaria in cui si trovava Alitalia risultava improbabile che essa potesse rimborsare i prestiti entro le scadenze previste, secondo la Commissione, nessun investitore privato avrebbe concesso i prestiti a tale compagnia. 

Gli aiuti non potevano neppure essere autorizzati ai sensi degli orientamenti sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione, in quanto l’Italia non ha mai presentato un piano di ristrutturazione per il ripristino della redditività della compagnia e quest’ultima non è stata liquidata, come prevedono invece gli orientamenti.

Di conseguenza, l’Italia dovrà recuperare presso Alitalia l’aiuto di Stato illegale pari a 900 milioni di euro, maggiorato degli interessi.

Esmeralda Dedej

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