Brexit. Il Regno Unito pubblica i piani da seguire in caso di un’uscita senza accordo

Il 23 agosto 2018 il Governo britannico ha pubblicato i primi 25 documenti di una serie di note tecniche studiate per far comprendere a imprese e cittadini le misure da adottare in caso di una hard Brexit senza alcun accordo con l’Unione Europea, cosicché tutti possano prepararsi alla Brexit in modo adeguato. Alcune delle note tecniche pubblicate riguardano il settore dell’import/export e il commercio più in generale.

Il Governo ha ricordato che attualmente le imprese possono liberamente trasferire beni tra gli Stati Membri dell’Unione senza necessità di presentare alcuna dichiarazione di importazione o esportazione. Anche i beni soggetti ad accisa possono viaggiare liberamente tra Regno Unito e Unione poiché nel Mercato Unico opera il regime di sospensione delle accise.

Senza un accordo di uscita, la libera circolazione delle merci tra Regno Unito e Unione cesserà il 29 marzo 2019 alle ore 23:00 GMT. Le imprese dovranno applicare le stesse regole e imposte doganali attualmente applicate ai beni diretti o provenienti da fuori l’Unione Europea ai beni diretti o provenienti dagli Stati Membri dell’Unione. L’Unione richiederà le dichiarazioni doganali relative ai beni provenienti dal/diretti verso il Regno Unito, insieme alle dichiarazioni sulla sicurezza dei beni. Per quanto riguarda il sistema di controllo dei movimenti dei beni sottoposti ad accise (Excise Movement Control System – EMCS), tale sistema non sarà più utilizzabile per il controllo dei movimenti dei beni in regime sospeso tra Regno Unito e Unione. Tuttavia, esso continuerà ad essere utilizzato per il controllo dei movimenti dei beni in sospensione d’accisa all’interno del Regno Unito, compresi i movimenti tra i porti, gli aeroporti e il tunnel della Manica.

Dalla data della Brexit, le imprese che importano beni dall’Unione dovranno richiedere il numero identificativo UK Economic Operator Registration and Identification (EORI) e dovranno assicurarsi che i propri contratti e termini e condizioni di servizio internazionali (INCOTERMS) riflettano la nuova condizione di importatore. Le imprese dovranno anche identificare la corretta classificazione e il valore dei beni e riportare tali dati nella dichiarazione doganale. Previsioni simili sono previste per le imprese che esportano dal Regno Unito all’Unione.

I trasportatori che trasportano merci tra Regno Unito ed Unione dovranno presentare le dichiarazioni di sicurezza per tali beni. Esistono due dichiarazioni di sicurezza: una dichiarazione sommaria di uscita (Exit Summary Declaration – EXS) e una dichiarazione sommaria di arrivo (Entry Summary Declaration – ENS).

Facendo riferimento alla questione irrisolta del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord, il Governo ha ribadito la volontà di rispettare l’Accordo di Belfast (Accordo del Venerdì Santo). Nel caso di una hard Brexit senza accordo, il Governo ha dichiarato che “… il Regno Unito sarà pronto ad impegnarsi costruttivamente per rispettare i suoi impegni ed agire nel miglior interesse dei cittadini dell’Irlanda del Nord, pur riconoscendo la difficoltà delle sfide che andranno affrontate in questo contesto unico e delicato in assenza di un accordo tra Regno Unito e Unione Europea…”, aggiungendo che sta prendendo in considerazione anche la questione del commercio tra i territori confinanti.

Infine, il Governo britannico ha invitato le imprese a valutare l’impatto di una Brexit senza alcun accordo sulla propria struttura, ricordando che ciò potrebbe implicare di dover applicare le stesse regole e tariffe doganali che si applicano attualmente ai beni commerciati con Stati terzi ai beni commerciati con l’Unione, compresa la necessità di presentare le dichiarazioni doganali. Le imprese dovrebbero valutare l’opportunità di dotarsi di un software o ingaggiare un broker doganale, uno spedizioniere o un fornitore di servizi logistici per far fronte a queste nuove prescrizioni.

 

Davide Scavuzzo

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