Brexit: l’Unione europea consiglia al settore dei trasporti britannico di prepararsi all’eventualità di uno scenario “no-deal”

Nel dicembre 2017 l’Unione europea ha avvertito le imprese britanniche operanti nel settore marittimo, dell’aviazione e del trasporto su strada di prepararsi ad un eventuale scenario “no-deal” nei negoziati per la Brexit, segnalando i problemi regolamentari che potrebbero sorgere nel caso in cui il Regno Unito dovesse lasciare l’Unione senza la conclusione di un accordo.

I documenti informano che, dal 29 marzo 2019, quando il Regno Unito diventerà un Paese terzo, le licenze e le autorizzazioni britanniche decadranno automaticamente e molte imprese internazionali potrebbero essere obbligate a creare entità di diritto europeo per poter continuare le loro attività nel territorio dell’Unione. In particolare:

  • per il settore marittimo, l’Unione europea ha avvertito che i certificati di competenza e di addestramento britannici non saranno più sufficienti per poter lavorare sulle navi che battono bandiera di uno dei 27 restanti Stati Membri. La notizia ha allarmato Nautilus International, organizzazione sindacale e professionale che rappresenta i lavoratori nel settore marittimo nel Regno Unito, Paesi Bassi e Svizzera, che ha chiesto al Governo britannico di impegnarsi a garantire che non vi siano barriere all’occupazione dei lavoratori britannici;
  • per il settore dell’autotrasporto, gli autisti di camion e autobus a lungo raggio non potranno più fare affidamento sui certificati di competenza professionale rilasciati dal Regno Unito e dovranno ottenere la certificazione da uno dei 27 Stati Membri per poter continuare a lavorare all’interno dell’Unione. Le imprese britanniche operanti nel trasporto di merci su strada a livello europeo dovranno avere una sede nell’Unione Europea per poter continuare le proprie attività;
  • per il settore dell’aviazione, al fine di continuare ad operare le rotte con partenza e arrivo all’interno dell’Unione dopo la Brexit, le compagnie aeree dovranno avere una sede in uno Stato Membro e la maggioranza del capitale sociale posseduto da uno o più Stati Membri o da cittadini di uno o più Stati Membri, così da garantire il controllo di fatto, diretto o indiretto, sulla società. A tal riguardo, ad esempio, la low-cost britannica EasyJet ha scelto Vienna come nuova base in Europa. Inoltre, le compagnie aeree britanniche potrebbero essere escluse dagli accordi di trasporto aereo con Paesi terzi come gli Stati Uniti, con il rischio di un impatto sulle rotte intercontinentali, a meno che non vengano raggiunti accordi bilaterali.

 

Davide Scavuzzo

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