Servizi portuali di movimentazione merci: la Corte di giustizia dell’UE condanna la Spagna per aver ritardato a liberalizzare il settore

In data 13 luglio 2017, con sentenza relativa alla causa C-388/16, la Corte di giustizia dell’Unione europea ha accertato che la Spagna non aveva adottato, decorso il termine fissato dalla Commissione europea, i provvedimenti necessari all’esecuzione di una sentenza del 2014.

Con la sentenza dell’11 dicembre 2014, infatti, la Corte di giustizia aveva ritenuto che la Spagna avesse violato il principio di libertà di stabilimento, in quanto la sua legislazione imponeva alle imprese di altri Stati membri, che intendevano esercitare attività di movimentazione merci nei porti spagnoli d’interesse generale, da un lato di registrarsi presso una società per azioni che gestisce gli scaricatori portuali nonché, eventualmente, di partecipare al suo capitale, e, dall’altro, di assumere con priorità lavoratori messi a disposizione da tale società.

La Spagna ha avuto tempo fino al 20 settembre 2015 per adottare i provvedimenti necessari a conformarsi alla sentenza del 2014. La Commissione ha tuttavia ritenuto che, decorso tale termine, la Spagna fosse venuta meno ai suoi obblighi e ha proposto un secondo ricorso per inadempimento dinanzi alla Corte chiedendo l’imposizione di sanzioni pecuniarie.

Il 12 maggio 2017, la Spagna ha adottato, con effetto a decorrere dal 14 maggio 2017, una nuova normativa di modifica del regime dei lavoratori riguardante le prestazioni di servizi portuali di movimentazione merci; pertanto, la Corte ha riconcosciuto la buona fede della Spagna, anche in quanto questa ha collaborato strettamente con la Commissione durante il procedimento precontenzioso.

Tuttavia, essendosi l’inadempimento contestatole protratto per un periodo di tempo significativo e data la gravità dell’inadempimento, che ha pregiudicato la libertà di stabilimento, uno dei principi fondamentali del mercato interno, la Corte ha ritenuto opportuno condannare la Spagna a versare, al bilancio dell’Unione, una somma forfettaria di 3 milioni di euro.

 

Davide Scavuzzo

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